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valeria rosso psicologo psicoterapeuta torino
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Si tratta di una domanda che è necessario porsi, perché quando ci si affida ad un professionista psicologo si fa una scelta molto delicata, e si possono avere dei dubbi su quali criteri seguire.
Innanzi tutto, se cerchiamo un professionista perché siamo in un momento di difficoltà o per un problema psicologico specifico (depressione, ansia, disturbi alimentari …) è bene rivolgersi a uno psicologo psicoterapeuta. È sufficiente consultare l’Albo Professionale dell’Ordine degli Psicologi della propria Regione per sapere se il professionista che consultiamo ha acquisito una specifica formazione alla psicoterapia.
L’aver concluso tale formazione, che comprende formazione pratica e tirocinio, rappresenta una prima garanzia indispensabile.

Fatta questa prima distinzione ci troviamo di fronte alla scelta della persona a cui rivolgersi. Se non abbiamo conoscenze dirette chiederemo un appuntamento conoscitivo a un professionista che ci hanno indicato o che abbiamo trovato nella nostra zona. Il primo incontro, a mio parere, dovrà servire a conoscere il professionista in modo da poter valutare con calma come ci siamo sentiti durante l’incontro. Per questo, se possibile, sarebbe meglio incontrare almeno due psicoterapeuti, in modo da poter fare un confronto.
Del resto chi cerca uno psicoterapeuta non sta rivolgendosi a un meccanico a cui chiede di riparare la propria auto, e nemmeno a un medico a cui ci si affida per un malanno fisico. La psicoterapia è un incontro umano, un incontro tra persone. Per questo non vi sono criteri ‘oggettivi’ che guidino la scelta: per ciascun singolo paziente il miglior psicologo sarà innanzi tutto colui con il quale si instaura una buona relazione, o alleanza terapeutica. Sarà poi compito del terapeuta monitorare costantemente l’evolvere della relazione, sapendosene responsabile.

Uscendo da un incontro preliminare con uno psicoterapeuta dobbiamo esaminare soprattutto due aspetti. Il primo è: mi sono sentito accolto e ascoltato con attenzione ed empatia? Mi sono sentito a mio agio? Ho avvertito un sincero interesse per la mia vicenda, le mie difficoltà, le mie sofferenze? Mi ha fatto domande che mi hanno fatto capire che non dava nulla per scontato bensì voleva capire la specificità e unicità della mia esperienza? Oppure mi è parso di cogliere giudizi affrettati, e che riconducesse il mio caso a molti altri simili, ponendo scarsa attenzione alle sfumature e ai particolari?

Un secondo tipo di domande che dobbiamo porci riguarda le modalità operative concrete che lo psicoterapeuta ci propone: incontri individuali, o di coppia, o di famiglia? O, ancora, psicoterapia di gruppo? Inoltre: ci propone un percorso che prevede sedute ravvicinate per un periodo piuttosto lungo, o un approccio più focalizzato, che preveda meno incontri più distanziati nel tempo?
Dopo l’incontro di conoscenza dobbiamo chiederci se abbiamo compreso bene i motivi della proposta fattaci dallo psicoterapeuta. E, riflettendovi, dobbiamo decidere se il tipo di lavoro propostoci ci pare adeguato e ci fa sentire a nostro agio.

In definitiva, non si tratta di cercare il miglior psicologo in assoluto, ma un professionista che ci possa capire e aiutare davvero facendo un percorso con lui. E certamente avremo più possibilità di trovarlo se siamo molto attenti, fin dal primo approccio, alla persona e al tipo di relazione che si stabilisce nell’incontro.

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